venerdì 20 aprile 2012

Educare senza traumi.


"Scandalizzare i bambini vuol dire presentare loro un mondo senza alcuna luce, né gioia, né poesia. Vuol dire spegnere in loro la speranza, la capacità di immaginare un sentire diverso" 
( Susanna Tamaro).




La maggior parte de i disturbi psichici trovano i loro traumi generativi nell’infanzia o nell’adolescenza.
L’infanzia e l’adolescenza sono momenti estremamente carichi di emotività, il cervello è nella sua fase formativa e tutti gli stimoli che riceviamo in questa fase andranno a creare quello che saremo da adulti.
Autostima, carattere, capacità di interazione, visione della realtà sono tutti elementi che ci consentiranno o di vivere con pienezza e gioia la nostra esistenza, o di creare una realtà distorta e poco condivisibile che ci eclisserà dal resto del mondo.
I bambini sono creature che non ci appartengono.
Pur essendo carne della nostra carne sono doni e su di loro non abbiamo alcun diritto di possesso.
Possiamo immaginarli non come una pietra informe da plasmare a nostro piacimento, bensì come una pianta a cui potremo dare luce, acqua ed un terreno fertile, ma che crescerà come la natura ha per loro stabilito.


Amore.  I bambini hanno bisogno di amore.
La sua assenza può portarli a richiedere attenzioni con il solo modo che conoscono: sbattere i piedi, diventare ribelli ed ingestibili.
Sono madre acquisita per i due bimbi del mio compagno.
Il più grande inizialmente mi era ostile, reagire con altrettanta ostilità dicendo semplicemente di smetterla non produsse alcun frutto.
Il mio mentore mi disse: “I bambini sono anime pure. Se reagiscono con aggressività è perché si sentono messi all'angolo da adulti troppo presi dai loro egoismi personali. Alla prossima reagisci con amore, abbraccialo, digli che ti dispiace perché tu gli vuoi bene.”
I miracoli alle volte nascono da cose piccole nell'apparenza ma grandi nella sostanza.


Il gioco. I bambini hanno bisogno di giocare in famiglia. Non di essere piazzati di fronte a televisori che li educhino per noi. Creare per loro un ambiente di gioco e condivisione significa metterli nelle condizioni di riflettere con maggior attenzione una volta a contatto con il mondo esterno. In autonomia eviteranno i rischi di droga, alcool e compagnie fuorvianti. Per il semplice motivo che avranno moltissimo da perdere, per il semplice motivo che la fiducia costruita porterà dialogo in casa e serenità interiore.


Educare quindi, certamente, dare tutti gli strumenti perché gli adulti di domani possano apprendere le essenziali regole di convivenza, perché possano coltivare con impegno i loro talenti, ma senza utilizzare imposizioni forzate e motivando ogni decisione, perché essere bambini non significa affatto non  avere la capacità di comprendere.
'Non mi va di studiare'. Rispondere 'É il tuo dovere fallo e basta' non farà che accrescere la voglia di rinunciare, mentre indicare ciò che saranno in grado di fare da adulti darà loro  il senso, la direzione.


Giudizi e aspettative.
Amore e stima devono essere a prescindere dalla strada intrapresa. Non vi é niente di più potente nel far insorgere panico e ansia del pensare che il non raggiungimento di una meta significhi un'esistenza priva di senso. Ciò che conta davvero é diventare autonomi e onesti.


Conosco persone che hanno problemi con l’abuso di sostanze, persone che si sentono incastrate in un’esistenza non sentita come propria, persone depresse, affette da disturbi psichici e somatizzazioni di ogni tipo.
Tutte hanno subìto traumi infantili, nessuna esclusa, perché la predisposizione genetica, che esiste in quanto altri soggetti esposti agli stessi eventi sono cresciuti normalmente,  ha tradotto questi traumi in malattia.
C’è chi è stato abbandonato dal padre nei primi anni di vita, chi ha subìto un’educazione a suon di legnate e disciplina, chi non ha potuto decidere nulla del proprio percorso di crescita poiché la sua esistenza era stata pianificata prima ancora che nascesse.


Violentate la natura e la natura reagirà.
Soffocata, annientata, zittita, in età adulta si manifesterà come forte disagio interiore.  
E la cura ancora una volta sarà la stessa. 
L'amore.


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