giovedì 13 settembre 2012

Schopenhauer e le verità immutabili sulla felicità.




Schopenhauer è nato nel 1788, le sue, tuttavia, restano verità immutabili che risuonano nel pensiero di  psicologia  moderna, Cristianesimo e Buddismo.

Dal libro ‘Consigli sulla felicità’ :


  •  L’unica cosa in nostro potere è il fatto di utilizzare la personalità dataci traendone il massimo vantaggio, di seguire quindi solo le sue aspirazioni e di applicarci ad un tipo di formazione che le risulti conveniente, evitando ogni altro; di conseguenza, possiamo scegliere la condizione, l’occupazione e il modo di vita che le si confanno.

  • E’ più saggio prodigarsi per conservare la salute e per perfezionare le proprie facoltà piuttosto che per l’acquisto di ricchezze; tuttavia questo non va inteso nel senso che si debba trascurare di ottenere ciò che è necessario e adeguato.

  • Noi sopportiamo con più compostezza una disgrazia capitataci per ragioni del tutto esterne piuttosto che una dovuta a nostra colpa; perché il destino può cambiare, ma la propria natura mai. I beni soggettivi, come un carattere nobile, una mente capace, un temperamento gioviale, un animo sereno, un corpo perfettamente sano e ben fatto, quindi in assoluto una mens sana in corpore sano (Giovenale, Satire, X, 356) sono le cose primarie, le più importanti per la nostra felicità; dovremmo quindi badare assai più al loro sviluppo e alla loro conservazione anziché al possesso di beni materiali e di onori provenienti dall’esterno.

  • E’ una grossa stoltezza quella di perdere all’interno per guadagnare all’esterno, ossia ottenere una posizione brillante, un lusso sfarzoso, titoli e onori, cedendo in parte o totalmente la tranquillità, la libertà, l’indipendenza.

Dal vangelo Lc 16,13 ‘Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona’.


“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt.6,33)

Nel Buddismo infine troviamo l’insegnamento del distacco dal bisogno materiale per raggiungere il Nirvana. Cfr. Articolo in questo Blog http://dinuovoviva.blogspot.it/2012/01/il-cambiamento-da-fonte-dansia-sorgente.html

Questi passi spiegano com’è necessario avere finalità spirituali di condivisione e tolleranza affinché le nostre opere trovino fondamenta solide. Perseguire il benessere materiale significa portare con sé egoismi che condurranno alla guerra, fino alla distruzione completa di tutto quanto si è costruito.


  • Occorre evitare ogni eccesso e ogni dissolutezza, anche le emozioni violente e penose, come pure ogni intenso e prolungato sforzo intellettuale; occorre fare ogni giorno almeno due ore di moto veloce all’aria aperta, prendere molti bagni freddi e consimili misure dietetiche. Senza un adeguato moto quotidiano è impossibile conservarsi sani: tutti i processi vitali esigono, per compiersi convenientemente, il moto, sia delle parti in cui si svolgono, sia dell’intero organismo.

Il moto può essere vissuto come momento di meditazione. Sentire il proprio corpo sotto sforzo, ascoltarne il contatto con l’acqua, con il calore, farne esperienza con il tatto, l’olfatto, la vista è essenziale per mantenere una mente equilibrata.  Il ricorso eccessivo a fumo, alcool, cibo e sostanze psicotrope può far percepire una migliore tollerabilità al malessere psichico nel breve periodo, e la parola d’ordine in questo caso è sostituzione, senza dover necessariamente perdere in appagamento. Trarre piacere da un pasto soddisfacente ma equilibrato,  fare attività all’aria aperta, dedicare al corpo rituali di benessere quotidiani  ci consentirà di raggiungere livelli di coscienza più profondi e rilassati.


  • A renderci felici o infelici non è ciò che le cose obiettivamente e realmente sono, ma ciò che sono per noi, nella nostra interpretazione. Proprio questo dice Epitteto: “gli uomini sono agitati non dalle cose, ma dalle opinioni sulle stesse”.

La nostra percezione della realtà, prettamente individuale ed irripetibile, modifica il nostro modo di reagire agli stimoli ambientali e contribuisce a plasmare la stessa realtà secondo le nostre convinzioni, il più delle volte confermandole. Accettare i limiti nostri e altrui è il punto di partenza per riuscire ad avere una visione ottimistica e produttiva del nostro vissuto. Perdono e accettazione consentono di accedere alla tolleranza che a sua volta permette di valorizzare i punti di forza di ciascuno. L’attenzione andrà quindi gradualmente spostandosi da ciò di cui siamo insoddisfatti alle bellezze di cui possiamo fare esperienza ogni giorno.




  • Quanto di meglio questo mondo ha da offrire è un’esistenza senza dolori, tranquilla, sopportabile e limiteremo le nostre pretese a tutto ciò per realizzarlo tanto più sicuramente. Infatti, per non cadere nell’estrema infelicità, il mezzo più sicuro è non desiderare una grande felicità.

  • Solo il presente è reale e certo, giacché il futuro è quasi sempre diverso da come ce lo immaginavamo e persino il passato è stato diverso da come ce lo ricordiamo. Insomma, entrambi sono meno importanti di quanto ci sembra.

La felicità idealizzata non è felicità. La felicità non dipende dal raggiungimento di un traguardo morale o materiale. La felicità sta nel piccolo traguardo di ogni giorno, nelle quotidiane manifestazioni d’amore. Vivere nel presente è la più importante fonte di felicità, anche quando nel presente vi sono sofferenze. Da esse possiamo trarre insegnamento e con esse possiamo fare intensa esperienza dell’amore di cui siamo circondati.


  • In genere le feste ed i trattenimenti splendidi e chiassosi hanno sempre in sé qualcosa di vuoto e di stonato già per il semplice fatto che contrastano in modo stridente con la miseria e le privazioni della nostra esistenza, e dal contrasto emerge con più forza la realtà


La società occidentale è la società del denaro. Siamo cresciuti con la convinzione che senza denaro non si possa godere a pieno della vita. Gli svaghi che ci propongono sono solo a pagamento. Gli svaghi gratuiti non sono valorizzati, eppure è lì che si gode realmente di una serenità autentica. I prati, il sole, la natura, le chiacchiere con gli amici più cari. Siamo individui sempre più soli, intolleranti, chiusi nella nostra scatola fatta di mura sempre più insonorizzate. Per muoverci usiamo un’altra scatola, e spesso un’altra scatola che manda immagini dal mondo è il nostro passatempo preferito (Cfr. The Box).
Riprendiamoci il nostro tempo, il nostro spazio, i nostri amici, i nostri parenti, i nostri compagni di vita. Accettiamone i limiti condannando quelli imposti da una società che ci vuole sempre più deboli perché sempre più soli.


  • La noia indirettamente diventa la fonte di innumerevoli dolori, in quanto l’uomo, per scacciarla, s’appiglia a tutto: agli svaghi, alla vita di società, al lusso, al gioco, al bere e via dicendo – espedienti che arrecano ogni sorta di danni, rovina e infelicità.

Sostituzione.
La scatola vuota venga sostituita dalla meditazione, dall’inizio di un nuovo hobby costruttivo a contatto con le persone, dalla lettura, dalla natura. Questi sono gli scaccia-noia che elevano il nostro spirito anziché deprimerlo.

Queste sono verità eterne. Scritte all’inizio dei tempi e mai mutate.

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