martedì 16 aprile 2013

Vi svelo la fonte di ogni male.



Ho scoperto qual è la fonte di ogni sofferenza dell'anima e della mente.

Lo sapeva bene il Buddha ma pare che nonostante siano conoscenze note da tempo in molti facciano un'enorme fatica ad interiorizzarle.


Il principio di ogni dolore è l'attaccamento.


Soffro nel lasciare la mia ragazza nonostante con lei sia finita da tempo perché sono ATTACCATO al ricordo che ho di lei, soffro nel dover rinunciare alle ferie o a dover fare altre rinunce su beni non strettamente necessari perché sono ATTACCATO al piacere materiale, soffro di solitudine perché sono ATTACCATO all'idea di come un uomo solo sia un uomo fallito, soffro della paura di morire perché sono ATTACCATO alla vita, talmente attaccato che la paura ne ha preso il controllo in veste di panico.


Essere bisognosi di amore, di vita sono istinti naturali e sani. Ma dobbiamo fare attenzione. 


Un conto è necessitarne per vivere a pieno. Un conto è diventarne schiavi per, appunto, eccessivo attaccamento. Da qui partono le distorsioni:  gelosia, guerra, egoismo, panico.

Sono molto triste. 


Nella scala dei bisogni di Maslow è chiaro. 


In occidente abbiamo soddisfatto i bisogni primari. Ma dal secondo gradino ci siamo persi per strada. Siamo rimasti ATTACCATI ai bisogni primari. Alla materialità. Non siamo più capaci di amare e misuriamo il nostro amore in base all'amore ricevuto come si trattasse di un affare contabile. Abbiamo occasioni di amore ad ogni angolo della strada. Eppure vedo facce tristi. E mi domando come possa essere tanto difficile. 


Anche io sono ATTACCATA. Attaccata all'idea di un pianeta dove si gioisca per il solo fatto di esistere,  di poter godere di cose che ci sono state donate gratuitamente: il sole, il sorriso di un bimbo, il vento, le fusa di un micio. Il di più che vogliamo non ci renderà più felici. La felicità è qui e ora ed è un fatto interiore indipendente dalle contingenze. 


"Chi vorrà salvare la propria vita la perderà. " Il Cristo ci dice che l'attaccamento al vivere inteso come sopravvivenza produce frutti malati. Vivere è amare. E se amo davvero, se vivo davvero non mi interessa sopravvivere, ma vivere a pieno ogni attimo, libero da ogni tipo di schiavitù, anche nei confronti della vita stessa.

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